“SCHIAVA” – frazione di Casamarciano

Alcune notizie storiche
Schiava unica frazione di Casamarciano, dista dal centro storico circa 2 Km, conta 66 abitanti dal 1926 al 1946, durante il periodo di soppressione del Comune di Tufino, la frazione venne aggregata interamente al Comune di Casamarciano. Dopo il 1946 Schiava venne divisa tra i due Comuni confinanti Casamarciano e Tufino.
Già feudo dei marchesi Mastrilli, famiglia di nobili che durante la controrivoluzione realista alla Repubblica Napoletana del 1799, con l’impegno del marchese Vincenzo Mastrilli contribuì in modo determinante, con uomini e mezzi, al ritorno dei Borbone sul trono di Napoli.
«Il Marchese di Schiava contribuì in modo determinante con uomini e mezzi al ritorno dei sovrani sul trono di Napoli, organizzando nella circoscrizione di sua pertinenza un esercito di gente armata, pronta ad intervenire ovunque vi fosse stata richiesta di aiuto.
Allorché fu conseguita la vittoria, in compenso dei meriti acquisiti, gli fu concessa dal re un appannaggio di 1200 ducati annui». Dal libro “Il Casale di Visciano e la rivoluzione del 1799” di Ariosto Prudenziano ed. LER.
Il palazzo gentilizio già dei marchesi Mastrilli, attualmente di proprietà della famiglia Piscicelli, è ubicato nel territorio del comune di Tufino.
Nella piccola piazzetta della frazione di Casamarciano troviamo la Parrocchia di San Michele Arcangelo.
La chiesa di S. Michele fu costruita nel 1858 per ricordare un’altra dello stesso titolo, poi distrutta, poiché quest’ultima, occupava il sito dove era stata progettata una variante alla vecchia sede stradale della Strada Reale delle Puglie, rovinata dai frequenti torrenti di fango provenienti dai monti avellani. L’antica chiesetta distrutta, viene ricordata fin dal 1308 e si appellava “S.Angeli de Appazano” tratto da FOTOTECA NOLANA di Leonardo AVELLA.
Di seguito si riportano alcune notizie, relative alla frazione Schiava pubblicate sul testo “Tufino e il suo circondario nella inchiesta Murattiana del 1811” dell’Ing. Domenico CAPOLONGO.

Circa l’etimologia di Schiava mi viene solo di accostare tale termine a quello di scavo, dal momento che la zona, fin dal ‘600 almeno, ospitava una cava o «cavata», come quella – che potrebbe essere la stessa del ‘600 – che attualmente ha raggiunto dimensioni smisurate ed effetti devastanti elevatissimi per una zona ricca di centri abitati con sacrosanti diritti a viste e panorami di ben altro tipo! Ma non bisogna nemmeno trascurare quanto riportato da Giustiniani nel 1804 circa una tradizione locale non del tutto priva di realismo: «corre tradizione aver preso tal nome da una Schiava, ch’era in una taverna colà dapprima edificata». Questa leggenda è tuttora viva, e io l’ho sentita nella variante secondo cui la schiava sarebbe poi stata sposata da un Piscicelli, signorotto locale.